Rossano
La cittadina in cui è custodito il Codex Purpureus

A sud di Corigliano, a circa quindici minuti dalla Masseria, di grande rilevanza è la visita della vicina Rossano, il cui antico borgo sorge anch’esso su un colle ed è ricco di mete d’interesse storico culturale, soprattutto legate alla civiltà bizantina.
E’ proprio fra il 540 e il 1059 che Rossano diventa una città strategica per l’impero Bizantino sia dal punto di vista militare-strategico che politico ed amministrativo e ciò favorisce lo sviluppo artistico e culturale della città che continua anche nei secoli successivi.
La cattedrale
La Cattedrale, dall’importante impianto architettonico a tre navate e tre absidi, è dedicata all’Achiropita, un affresco pietrale della Madonna risalente al VI°-VIII° secolo, che per tradizione e significato della parola vuol dire “fatta non da mano umana”.
Interessante è anche la visita alla Chiesa di San Bernardino, il primo edificio sacro di rito latinio-cattolico della città, ove sono conservati capolavori architettonici, scultorei e pittorici di pregio.
Il Codex Purpureus
La visita non può tralasciare una sosta al Museo Diocesano di Arte Sacra di Rossano, dove è conservato il celebre Codex Purpureus Rossanensis, un manoscritto del Nuovo Testamento in pergamena color porpora di straordinario interesse biblico e religioso, ma anche artistico e storico.
L’Evangelario miniato, di cui sono ignoti gli autori così come la datazione e la provenienza su cui esistono pareri diversi fra loro, è uno dei sette presenti al mondo.
Il museo della liquirizia Amarelli e il Pathirion
Scendendo verso la Strada Statale 106 bis, una visita è d’obbligo alla Fabbrica e al Museo della Liquirizia Amarelli, (http://www.museodellaliquirizia.it/) per toccare con mano uno dei processi produttivi locali di maggiore interesse.

Salendo verso l’interno della montagna rossanese, si incontra Santa Maria del Patire o Pathirion, antico monastero basiliano sorto agli inizi del secolo XII° ad opera del Beato Bartolomeo da Simeri.
In questo maestoso impianto monastico, che per secoli fu uno dei centri culturali fra i più qualificati del Sud, si fondono per la prima volta nella storia della città, le culture, la sensibilità e le tecniche artistiche, bizantina, normanna ed araba.